Dopo una iniziale dose di umiltà, l'uomo che non conosce le giuste misure si rintana nella modestia. Ne sarò degno? Io non Enëa, io non Paulo sono; me degno a ciò né io né altri 'l crede.
Dante
fa un po' il meschino (o magari è una forma di captatio
benevolentiae per sentirsi poi dire "Ma noooo ma che scherzi,
te
sei figo, te
sfondi!"...)
e Virgilio lo rintuzza a dovere: gli da nientemeno che del vigliacco
("S'i
ho ben la tua parola intesa... l'anima tua è da viltade offesa"),
come
uno che
prende
ombre per
mostri. Insomma,
non fa complimenti.
Qui
pare a questo punto di rivedere tutti quei film in cui l'eroe è
stato smosso
controvoglia per salvare degli inetti co-protagonisti. Quelli in cui
il pistolero aveva
appeso da
tempo la
pistola al chiodo, avete
presente?
Così, in una magnifica notte stellata, l'eroico Virgilio fa il suo racconto al pavido Dante svelando i retroscena...
Io
era tra color che son sospesi
e
donna mi chiamò beata e bella, tal che di comandare io la richiesi.
Immaginate
la scena; una donna incappucciata e guardinga scivola
giù dal Paradiso a avvicina
Virgilio,
implorandolo
di salvare l'amico "nella
diserta piaggia impedito".
Quell'impedito di un Dante...
E
lo invita a soccorrere l'amico accostando due "metodi" che
potremmo definire antitetici ma complementari: "Or
movi, e con la tua parola ornata e con ciò c'ha mestieri al suo
campare".
Proprio quel che si dice: "con ogni mezzo". Da un lato, la
"parola
ornata"
che è il verso, la poesia, l'arte oratoria. Dall'altra "ciò
c'ha mestieri al suo campare";
le cose pratiche, l'ingegno, ciò che serve insomma per "campare".
Servono Don Chisciotte e Robinson Crusoe.
Ma dove sta la molla di tutto ciò? Cosa ha mosso Beatrice a scender qua giuso in questo centro?
Ma dove sta la molla di tutto ciò? Cosa ha mosso Beatrice a scender qua giuso in questo centro?
Quale
miglior sprone! Beatrice si presenta, donna
di virtù,
la bella angelicata, l'amata e idealizzata da Dante. Si badi, qui
l'amore non si fa smascherare facilmente; non è chiaro e definito -
nè mai lo sarà – se lei intenda eros, caritas o agape. Ma l'amore è uno, in fondo. Uno e trino.
Cosa
annotare di questo secondo Canto; io direi essenzialmente due cose:
1.
La
concatenazione dell'amore. Allora,
Santa Lucia si commuove per Dante l'impedito e ne suggerisce il
soccorso a Beatrice. Beatrice si muove per amore, e scende dal
Paradiso per spingere Virgilio. Virgilio si piglia e va. C'è un
amorevole concatenarsi, che dall'alto scende verso il basso.
2.
L'amore
salva.
Solo
l'amore ci eleva e ci fa uscire de
la
volgare
schiera,
come dice
Santa Lucia a
Beatrice.
E ci pulisce l'animo dalla viltà, viene in nostro soccorso quando siamo "impediti nella piaggia diserta". Quanto vale tutto ciò, forse oggi più di ieri...
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