martedì 13 gennaio 2015

Inferno, Canto II. L'impedito nella diserta piaggia


Dopo una iniziale dose di umiltà, l'uomo che non conosce le giuste misure si rintana nella modestia. Ne sarò degno? Io non Enëa, io non Paulo sono; me degno a ciò né io né altri 'l crede.
Dante fa un po' il meschino (o magari è una forma di captatio benevolentiae per sentirsi poi dire "Ma noooo ma che scherzi, te sei figo, te sfondi!"...) e Virgilio lo rintuzza a dovere: gli da nientemeno che del vigliacco ("S'i ho ben la tua parola intesa... l'anima tua è da viltade offesa"), come uno che prende ombre per mostri. Insomma, non fa complimenti.
Qui pare a questo punto di rivedere tutti quei film in cui l'eroe è stato smosso controvoglia per salvare degli inetti co-protagonisti. Quelli in cui il pistolero aveva appeso da tempo la pistola al chiodo, avete presente?
Così, in una magnifica notte stellata, l'eroico Virgilio fa il suo racconto al pavido Dante svelando i retroscena...
Io era tra color che son sospesi e donna mi chiamò beata e bella, tal che di comandare io la richiesi. Immaginate la scena; una donna incappucciata e guardinga scivola giù dal Paradiso a avvicina Virgilio, implorandolo di salvare l'amico "nella diserta piaggia impedito". Quell'impedito di un Dante...
E lo invita a soccorrere l'amico accostando due "metodi" che potremmo definire antitetici ma complementari: "Or movi, e con la tua parola ornata e con ciò c'ha mestieri al suo campare". Proprio quel che si dice: "con ogni mezzo". Da un lato, la "parola ornata" che è il verso, la poesia, l'arte oratoria. Dall'altra "ciò c'ha mestieri al suo campare"; le cose pratiche, l'ingegno, ciò che serve insomma per "campare". Servono Don Chisciotte e Robinson Crusoe. 
Ma dove sta la molla di tutto ciò? Cosa ha mosso Beatrice a scender qua giuso in questo centro?
Quale miglior sprone! Beatrice si presenta, donna di virtù, la bella angelicata, l'amata e idealizzata da Dante. Si badi, qui l'amore non si fa smascherare facilmente; non è chiaro e definito - nè mai lo sarà – se lei intenda eros, caritas o agape. Ma l'amore è uno, in fondo. Uno e trino. 
Cosa annotare di questo secondo Canto; io direi essenzialmente due cose:
1. La concatenazione dell'amore. Allora, Santa Lucia si commuove per Dante l'impedito e ne suggerisce il soccorso a Beatrice. Beatrice si muove per amore, e scende dal Paradiso per spingere Virgilio. Virgilio si piglia e va. C'è un amorevole concatenarsi, che dall'alto scende verso il basso.
2. L'amore salva. Solo l'amore ci eleva e ci fa uscire de la volgare schiera, come dice Santa Lucia a Beatrice. E ci pulisce l'animo dalla viltà, viene in nostro soccorso quando siamo "impediti nella piaggia diserta". Quanto vale tutto ciò, forse oggi più di ieri... 


→Vai al Canto III

Vedi anche:
Canto I:  L'Altro Viaggio
 

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