Per smentire il solito refrain che vede Dante molle sentimentalone e Virgilio cinico e smaliziato, al silenzio carico di rispetto con cui il poeta greco nel Canto XV cede il piedistallo a Brunetto Latini si aggiunga pure questo ulteriore zampillo di pietas del Canto XVI: quando tre anime piagate si avvicinano a Dante, riconoscendolo dalle sue vesti come un fiorentino, Virgilio suggerisce al suo discepolo di rallentare il passo: "Or aspetta" disse "a costor si vuole esser cortese". Bella immagine, questa; a nessun reietto si neghi la cortesia dell'ascolto, dove per cortesia non si intendono le maniere affettate ma la gentilezza d'animo.
I tre studiano Dante qual sogliono i campioni far nudi e unti,
avvisando lor presa e lor vantaggio, cioè come i lottatori prima
di tentare una presa; anch'essi come ser Brunetto sono al VII Cerchio
infernale nel girone dei sodomiti. Pregando Dante di rimanere un poco
ad ascoltarli, si presentano malcelando un certo orgoglio: il primo è
Guido Guerra, nipote della buona Gualdrada la quale altri non
è che il casus belli della divisione tra Guelfi e Ghibellini a
Firenze; la stessa infatti, secondo una cronaca del tempo, fece
mandar a monte un accordo matrimoniale tra i Buondelmonti e gli
Amidei, episodio da cui scaturì l'agguato mortale a Buondelmonte
nella Pasqua del 1216. Il secondo è Tegghiaio Aldobrandi (di lui
Dante chiese informazioni nel VI Canto a Ciacco), la cui voce nel
mondo sù dovrìa esser gradita, ennesimo esempio della logica
stemperante dell'autore, indulgente verso la condotta morale quando a
questa si affianca un indiscutibile valore; l'ultimo – che è anche
il "presentatore" del trio – è Iacopo Rusticucci, il
quale, con quel che sembra quasi un guizzo d'ironia, dichiara con
misteriosa solennità la causa del suo mal: "e certo la fiera
moglie più ch' altro mi nuoce".
Non dispetto, ma doglia la vostra condizion dentro mi fisse, ci
tiene a precisare Dante, il quale ammira
la grandezza di tutti e tre.
Lo scambio di convenevoli continua, al che Rusticucci chiede al poeta
di rivelargli se sussistono
ancora buoni valori a Firenze, giacchè le ultime notizie avute dal
"recentemente dannato" Guglielmo Borsiere non sono
affatto incoraggianti. Dante eleva il suo grido di sdegno contro la
città e i tre lo ringraziano per
la chiarezza, chiedendogli
infine di
parlar di loro alla gente. Se
ne vanno veloci a guisa di corridori proprio come fece
poco prima Brunetto Latini, a
fuggirsi ali sembiar le gambe loro isnelle.
Scomparsi "in un amen" i tre fiorentini, Dante e Virgilio
giungono in un punto in cui il Flegetonte s'inabissa con un fragore tale
che 'n poc' ora avrìa l'orecchia offesa. Virgilio chiede a
Dante di sfilarsi la corda che porta alla cinta (il poeta si dà un tono da Hemingway, dicendo che sarebbe servita a catturare la lonza), e la getta
nel burrone. La situazione si fa un po' buffa, perchè sul momento
pare non accada nulla; Dante si autoconvince che qualcosa dovrà pur
accadere - 'E pur convien che novità risponda' dicea fra me
medesmo – e Virgilio, partecipe di quella specie di attesa
imbarazzata, ci tiene a precisare: "Tosto verrà di sovra ciò
ch' io attendo e che il tuo pensier sogna".
Ed ecco che giunge dal fondo dell'abisso una creatura misteriosa, che
si spinge come colui che va giuso talora a solver l'ancora
ch'aggrappa o scoglio o altro che nel mare è chiuso, che 'n sù si
stende, e da piè si rattrappa. Come cioè colui che si
tuffa per disincagliare l'ancora, il quale per ritornare in
superficie si dà uno slancio con i piedi tendendo le mani verso
l'alto. Chi sia, ancora non ci è dato sapere (sì, lo so, vabbè non è Aquaman...). Chiusura in
suspense!
Nelle puntate precedenti:
Canto I: L'Altro Viaggio
Canto II: L'impedito nella piaggia diserta
Canto III: Dentro a le segrete cose
Canto IV: Il castello dalle sette mura
Canto V: Francesca e Paolo
Canto VI: Da Cerbero a Pluto
Canto VII: Paperone, Rockerduck e la rissa ai fanghi termali
Canto VIII: Due bulli sullo Stige
Canto IX: Coriandoli e marionette
Canto X: Galeotto fu un passato remoto
Canto XI: Tristo fiato e bucce di banana filosofiche
Canto XII: Mistiche frane e mitologiche finestre
Canto XIII: Uomini fummo, e or siam fatti sterpi
Canto XIV: In direzione ostinata e contraria
Canto XV: Abbi cura del mio tesoro
Nelle puntate precedenti:
Canto I: L'Altro Viaggio
Canto II: L'impedito nella piaggia diserta
Canto III: Dentro a le segrete cose
Canto IV: Il castello dalle sette mura
Canto V: Francesca e Paolo
Canto VI: Da Cerbero a Pluto
Canto VII: Paperone, Rockerduck e la rissa ai fanghi termali
Canto VIII: Due bulli sullo Stige
Canto IX: Coriandoli e marionette
Canto X: Galeotto fu un passato remoto
Canto XI: Tristo fiato e bucce di banana filosofiche
Canto XII: Mistiche frane e mitologiche finestre
Canto XIII: Uomini fummo, e or siam fatti sterpi
Canto XIV: In direzione ostinata e contraria
Canto XV: Abbi cura del mio tesoro
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