venerdì 18 settembre 2015

Top 100 FILM da vedere (dal n. 91 al n. 89)



91. Dersu Uzala (1976) di Akira Kurosawa


Tenera e intensa storia d'amicizia tra un capitano russo e un buffo ma abile cacciatore tunguso nella tajga gelata dell'Oblast' Amur. La natura selvaggia è la vera protagonista di questo film, nell'alternarsi delle stagioni e dei colori.
Kurosawa è un poeta del cinema, e la metrica della sua poesia si esprime con una tecnica tanto semplice quanto esemplare; sequenze e dialoghi distesi, paesaggio sonoro di uccelli e acque alternato da pezzi sinfonici, bellissima mimesi cromatica tra attori e "set" naturale, inquadratura raffinata senza ricercatezze.
Tuttavia la sintesi perfetta della semplicità, proprio come un magnifico paesaggio al calare del sole, si può superficialmente confondere con faciloneria e scontatezza. Per lo stolto l'haiku equivale allo scontrino del Billa; per lo stolto l'uomo è un dio, mentre è solo fragile, debole, piccolo. Un'onda lo travolge, una fredda tempesta lo lascia stecchito. Per cui, keep calm and watch Kurosawa before you die.

90. Fitzcarraldo (1982) di Werner Herzog


Maestoso e incompleto. Poesia, avventura, follia, Klaus Kinski è la quintessenza della interpretazione sofferta, incarnata, perfino traumatica. L'accuratezza e la grandiosità di Herzog scontano l'accusa di un certo manierismo, ma un film così deve essere visto. Risalire la corrente, spostare una nave su una montagna, affrontare le rapide, portare la voce di Caruso nella giungla; questa è una sfida culturale per cui vale proprio la pena vivere.

89. Non è un paese per vecchi (2007) di Joel e Ethan Coen

Un crime del genere 'caccia all'uomo', lento e sanguinolento. Estremamente silenzioso, felpato e spietato come l'eccelso badman di turno; sicuramente Chigurh/Javier Bardem compete con Joker/Ledger per la palma del miglior villain degli anni 2000.
La sua è una efferatezza chirurgica (nomen omen?), a cui fa da contrappeso un ruvido ed efficace Josh Brolin; i Coen danzano perfettamente a loro agio sul tappeto steso dal formidabile Cormac McCarthy, uno scrittore di rara potenza, e sarebbero i nomi giusti per una trasposizione del cruento magnifico Meridiano di sangue.

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